Molte persone vivono quasi nascoste con molte difficoltà a far valere le loro ragioni, anche nel caso in cui vengano trattate male o ingiustamente, fin quando non esplodono di rabbia, o vanno in depressione. Cosa bisogna fare? Urli, voce alta, spintoni, sgomitate non servono a farsi rispettare e diventare più popolari, semmai rendono antipatici. Acquistare autorevolezza e uscire vincitori da una discussione, come dalla vita, è possibile senza arrivare alle mani. “L’aggressività non serve”, spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta, “Occorre guardare dentro la propria rabbia per la situazione che si sta vivendo e capire da dove arriva. E’ naturale essere arrabbiati se gli altri non ci trattano come vorremmo. Dobbiamo chiederci perché accade questo. I problemi iniziano quando siamo noi per primi che non riconosciamo il nostro valore: quando ci riteniamo sbagliati, inferiori, inutili. Quando, cioè, abbiamo scarsa autostima. Essendo noi i primi a ritenerci poco degni di rispetto, tenderemo ad accettare con troppa frequenza di ricevere comportamenti poco rispettosi da parte degli altri, magari cercando una giustificazione dei loro comportamenti in nostri presunti errori. Giustifichiamo loro e non noi, addossandoci colpe che non abbiamo. E ogni volta facciamo questo, il nostro senso di valore s’indebolisce ulteriormente, la nostra incapacità viene ulteriormente dimostrata ai nostri occhi. È un cane che si morde la coda. Quando siamo vittime di un comportamento poco rispettoso, la reazione naturale è provare una forte rabbia, perché il nostro spazio esistenziale è stato invaso e siamo stati trattati senza le dovute cure. Ma la rabbia è materiale infiammabile, e se non ci sentiamo abbastanza forti e capaci per dirigerla verso gli altri finiamo per rivolgerla contro noi stessi, cosa che di solito non fa che abbassare ulteriormente la nostra autostima, generando nei casi peggiori addirittura depressione. Già, perché la depressione è piena di rabbia. Contro noi stessi”.
È naturale provare rabbia e, in un certo modo, anche sano. Bisogna, però, imparare a gestirla. “La rabbia è un’emozione di territorio. Indica cioè che il nostro territorio (fisico o psicologico) è stato invaso da qualcuno senza la nostra autorizzazione. La rabbia è un’emozione attivante, che ci prepara in senso fisico e psichico a mobilitare le nostre risorse per allontanare l’invasore”.
Cosa dobbiamo fare in questi casi, concretamente? Risponde lo psicoterapeuta Giovanni Porta
Gestire in maniera efficace la rabbia significa:
Cosa succede se non ci arrabbiamo mai?
Le persone che non si arrabbiano mai (o che non si mostrano mai arrabbiate) non sono, nel 99% dei casi, santoni intoccabili emancipati dall’incubo delle passioni terrene, ma semplicemente persone che hanno trovato un modo indiretto e meno rischioso per dare sfogo alla proprio rabbia, anche a costo di perdere qualità di vita. Alcune delle modalità più comuni di espressione indiretta della rabbia sono:
Queste quattro modalità impediscono di sentire appieno la rabbia, sottraendoci alla responsabilità di cambiare uno stato di cose che non ci soddisfa.
Quali sono le cause più comuni della rabbia?
Tra le ragioni più comuni di utilizzo “eccessivo” della rabbia troviamo:
Un modo per interrompere questo circolo vizioso passa attraverso la psicoterapia. Ritrovare l’alleanza con noi stessi, accettare i nostri limiti, accettare che magari siamo lontani anni luce dall’ideale di come vorremmo essere, attraversare il lutto che consegue alla fine di un’illusione per riappropriarci della nostra capacità di azione nella realtà.
Laboratorio a ingresso libero a Roma
Nel laboratorio esperienziale di venerdì 20 marzo dalle 21 alle 23 presso Sinergy Art Studio, via di Porta Labicana 27 – S. Lorenzo - Roma si lavorerà su alcuni di questi importanti temi attraverso tecniche derivate dal teatro e dalla psicoterapia della gestalt.
Si darà ai partecipanti la possibilità di mettere in scena situazioni della loro vita concreta nelle quali non sono stati in grado di rispettarsi e di farsi rispettare, per trovare insieme alternative sostenibili e prendere un po’ di maggiore consapevolezza delle dinamiche della loro vita psichica che si sono attivare in quegli episodi.
Per iscriversi è necessario inviare una mail a giovanniporta74@gmail.com e attendere conferma dell’avvenuta prenotazione.
GIOVANNI PORTA Psicologo psicoterapeuta di orientamento gestaltico, è esperto di poesia e di teatro. Vive e lavora tra Roma e Milano. Da anni realizza laboratori e percorsi in cui l'arte viene utilizzata con finalità terapeutiche. Laureato in Psicologia presso l'Università degli Studi di Padova, si è successivamente specializzato con un master in "Utilizzo di tecniche artistiche nella relazione d'aiuto", ha una specializzazione in Psicoterapia della Gestalt presso l'I.G.F. di Roma, ed una in "Teatro e Psichiatria".
Riceve a:
Roma, in via Pisa 21,
Milano in via Taramelli 59,
Pomezia (RM) in via Rimini 11/B,
Busto Arsizio (Va) in via Mameli, 32
Per info: www.giovanniporta.it - giovanniporta74@gmail.com.