ProCrea
Il centro svizzero di medicina per la riproduzione ProCrea ha introdotto il test sul gene HLA-G per valutare la compatibilità tra il donatore di seme e la futura mamma
Pubblicato il 23/11/2010

La compatibilità tra donatore di seme e futura mamma si può verificare. Il centro svizzero Procrea di Lugano, struttura sanitaria all'avanguardia nella procreazione medico assistita, ha introdotto un nuovo test che permette di aumentare le possibilità di successo, quindi di arrivare ad una gravidanza, per le donne che si sottopongono ad una fecondazione eterologa. «Si tratta di una nuova analisi genetica con la quale valutiamo alcune varianti del gene HLA-G», spiega Giuditta Filippini, biologa, responsabile del laboratorio ProcreaLab. «Questo test, che si basa appunto sulla determinazione del genotipo del gene HLA-G, permette di scegliere la combinazione migliore per la paziente. Infatti l'HLA-G è una proteina molto importante durante la fase di annidamento dell'embrione in quanto gioca un ruolo fondamentale nell'instaurare e mantenere la tolleranza immunologica tra embrione e mamma. Recentissime ricerche scientifiche hanno mostrato che alcune costellazioni genetiche tra i genitori biologici sono più favorevoli di altre; per questo abbiamo deciso di testare tutti i nostri donatori in modo da proporre alle pazienti quello più adatto».
Pur non avendo ancora dati statisticamente rilevanti, dall'applicazione di questo nuovo test ProCrea si aspetta un incremento di circa il 15 per cento dei successi ottenuti con fecondazione eterologa.
Finora la scelta dell'abbinamento donatore-futura madre veniva fatta esclusivamente sulla base di elementi che andavano ad assicurare la "somiglianza" con il futuro padre. «Si andavano a guardare le caratteristiche fisiche e il gruppo sanguigno del partner e futuro padre del bambino per una questione di "linearità" tra il nascituro e il suo papà», prosegue Filippini. Anche le analisi mediche, che restano alla base della scelta dei donatori, non danno elementi di compatibilità con la ricevente. «Sono esami che stabiliscono lo stato di salute del donatore: parliamo di analisi infettivologiche e genetiche. Il donatore inoltre viene sottoposto ad una valutazione dell'anamnesi familiare per determinare la presenza in famiglia di patologie potenzialmente trasmissibili o che possono avere un'influenza sulla salute del bambino». Non certo ultima, la valutazione della qualità del seme. «Il donatore viene sottoposto, ovviamente, anche allo spermiogramma per valutare la qualità del suo liquido seminale», ricorda Filippini.
Stabilita la possibilità di donare il proprio seme, finora non c'erano elementi per considerare la compatibilità tra uno specifico donatore e una specifica paziente. «Un passaggio che, seppur non del tutto, è stato colmato con l'introduzione dell'analisi del gene HLA-G», continua la direttrice di ProCreaLab. «Per quanto questa proteina sia indispensabile per far attaccare l'embrione all'endometrio, non è però l'unico elemento a favorire questo delicato passaggio. L'HLA-G si è però rivelato importante: alcune costellazioni danno maggiori risultati positivi, ovvero portano più spesso ad una gravidanza; altre invece ostacolano questo processo. Mappare quindi l'HLA-G ci permette di avere un elemento per valutare una maggiore o minore compatibilità con la donna».
Almeno il 3 per cento delle coppie infertili per poter avere un figlio dovrebbe ricorrere alla fecondazione eterologa con seme di donatore maschile. Tra le coppie che si rivolgono a ProCrea, il 30 per cento si sottopone a questo tipo di trattamento.