Quello che con troppa facilità è stato banalizzato o additato come eresia, è il sogno di una coppia che non riesce ad avere figli. «Diventare donatori di seme non è un lavoro e neppure un'occupazione, quanto la dimostrazione di una particolare sensibilità nei confronti della genitorialità e le tecniche di riproduzione assistita sono trattamenti scientifici a sostegno della vita», precisa Luca Jelmoni, direttore di ProCrea, centro d'eccellenza di procreazione assistita con sede a Lugano, Svizzera. «Per i donatori di seme non è previsto alcun compenso, ma un rimborso spese per ogni ciclo di depositi che viene fatto».
Secondo Michael Jemec, medico specialista in Medicina della riproduzione quello che dovrebbe preoccupare non è tanto la carenza di donatori, quanto «il fatto che solamente il 10 per cento degli aspiranti donatori arriva a diventare un donatore effettivo: un segnale dell'incidenza delle problematiche legate alla loro salute riproduttiva». Diventare donatore non è infatti semplice: occorre superare una serie di esami: vengono fatte analisi infettivologiche e genetiche per stabilire lo stato di salute del donatore stesso. Inoltre, il donatore viene sottoposto ad una valutazione dell'anamnesi familiare per determinare la presenza in famiglia di patologie potenzialmente trasmissibili o che possono avere un'influenza sulla salute del bambino. Prevista anche una valutazione psicologica. Non certo ultima, la valutazione della qualità del seme.
Sul fronte della fecondazione eterologa, quindi utilizzando seme di un donatore, difficile era aumentare la compatibilità tra il donatore stesso e la futura mamma. «ProCrea ha introdotto un nuovo test che permette di aumentare le possibilità di successo, quindi di arrivare ad una gravidanza», ricorda Jemec. «Si tratta di una nuova analisi genetica con la quale valutiamo alcune varianti del gene HLA-G. Questo test, che si basa appunto sulla determinazione del genotipo del gene HLA-G, permette di scegliere la combinazione migliore per la paziente. Infatti l'HLA-G è una proteina molto importante durante la fase di annidamento dell'embrione in quanto gioca un ruolo fondamentale nell'instaurare e mantenere la tolleranza immunologica tra embrione e mamma. Recentissime ricerche scientifiche hanno mostrato che alcune costellazioni genetiche tra i genitori biologici sono più favorevoli di altre; per questo abbiamo deciso di testare tutti i nostri donatori in modo da proporre alle pazienti quello più adatto».
Le tecniche di procreazione medico assistita «sono trattamenti scientifici in sostegno della vita», conclude Jelmoni. «La fecondazione medico assistita è una pratica che ha permesso a moltissime coppie di diventare genitori: è un aiuto che la medicina può dare alla natura. Il fine ultimo è sempre la vita e, come tale, è un fine che deve essere rispettato».