Età media di 37 per lei e di 39 anni per lui, un diploma in tasca e un lavoro da impiegato o libero professionista. È l’identikit della coppia italiana che si rivolge ai centri di medicina della fertilità in Svizzera. Nonostante le recenti aperture della normativa italiana, sono ancora molte le coppie che scelgono di varcare i confini nazionali per cercare di avere un figlio. «Il flusso di pazienti ha risentito un calo di circa il 20% nel terzo trimestre dell’anno. Calo che però è stato compensato dalla crescita registrata negli ultimi mesi del 2014», afferma Michael Jemec, specialista in medicina della riproduzione e tra i fondatori del centro per la fertilità ProCrea di Lugano. «Nel 2014 abbiamo avuto tra i nostri pazienti oltre 800 coppie italiane alla ricerca di un figlio, più della metà provenienti dalla regioni del nord Italia, una su tre è arrivata a ProCrea dopo aver avuto esperienze in altre cliniche per la fertilità».
Le terapie cui si sono sottoposte le coppie sono state le più tradizionali. «Sette coppie su 10 hanno fatto ricorso alle tecniche di fecondazione omologa. Le restanti, circa il 28 per cento, presentavano dei problemi di infertilità maschile gravi: per loro è stato necessario ricorrere alla fecondazione eterologa con seme di donatore», riferisce Jemec. «Visto che i paletti normativi non ci sono più, le coppie scelgono le strutture che maggiormente possono garantire assistenza e tasso di successo elevati».
Nel complesso le terapie hanno permesso negli ultimi dodici mesi la nascita di oltre 450 bambini, l’80% di nazionalità italiana. «I successi ottenuti sono di rilievo e confermano così il corretto approccio», prosegue lo specialista di ProCrea. «L’età della donna resta un fattore importante per ottenere una gravidanza: con un solo tentativo, al di sotto dei 30 anni le probabilità di successo registrate superano ampiamente il 55%, arrivano al 50% fino a 35 anni per poi scendere al di sotto del 16% oltre i 40 anni. Sorprendente il dato di successi ottenuti dopo tre tentativi: negli ultimi 5 anni di attività, considerando la fascia di età 30-37 la percentuale di donne che ha ottenuto una gravidanza supera il 60%». Non sono state registrate differenze tra cicli a fresco e ovociti fertilizzati crioconservati ottenuti nello stesso ciclo. Precisa Jemec: «L’esperienza acquisita nella crioconservazione e l’alto tasso di sopravvivenza dei pre embrioni fecondati scongelati - intorno al 90% - offre alle coppie la possibilità di eseguire più di un transfert embrionario senza doversi sottoporre ad un nuovo ciclo di prelievo ovocitario».
ProCrea utilizza un approccio graduale, andando a valutare le specifiche condizioni di fertilità e non solo, del singolo paziente e della coppia nel suo insieme. «Le analisi genetiche, che effettuiamo attraverso un laboratorio interno, ci permettono di arrivare ad avere un quadro clinico il più possibile completo in modo da individuare il percorso più appropriato e personalizzato da proporre alla coppia - conclude lo specialista -. Puntiamo non solamente ad individuare la strada migliore per arrivare ad una gravidanza, ma la coppia ha la possibilità di essere accompagnata in ogni fase anche con l’aiuto di una psicoterapeuta».